La Grigna Settentrionale (Lecco) rappresenta una delle aree carsiche più significative del nord Italia. Tra le numerosissime cavità che il massiccio ospita, si ricorda il Complesso del Releccio-Alfredo Bini, secondo sistema carsico più profondo a livello nazionale, e la Grotta di Fiumelatte, sorgente carsica oggetto di studi da secoli a causa del suo comportamento temporaneo.
Nel 2018 è stata stipulata una convenzione tra la Federazione Speleologica Lombarda, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Lario Reti Holding S.p.a. e il Parco Regionale della Grigna Settentrionale, finalizzata allo studio idrogeologico dell’acquifero carsico ospitato da questo massiccio. Numerose sorgenti della Grigna Settentrionale sono infatti captate a scopo idropotabile e rappresentano risorse strategiche per l’approvvigionamento idrico del territorio, ma esse sono estremamente vulnerabili a possibili contaminazioni e dunque necessitano una particolare tutela.
Il progetto di studio è nato inizialmente dall’idea di ripetere, a distanza di 30 anni e con tecniche moderne, la prova di tracciamento delle acque sotterranee effettuata nell’abisso W le Donne nel 1989 (Pavia, 1994). Attraverso l’immissione di Fluoresceina sodica, un colorante innocuo, a -920 m di profondità, venne infatti confermata l’effettiva connessione tra il famoso abisso e la sorgente della Grotta di Fiumelatte. Tuttavia, rimasero irrisolti alcuni dubbi in merito alla possibile connessione con la sorgente perenne di Fonte Uga, che sgorga poco sopra il livello del Lago di Como, e con le poco conosciute sorgenti sublacustri.
Tra il 2004 e il 2005 sono stati inoltre condotti alcuni studi idrogeologici sul bacino del Torrente Esino (Borghi, 2004; Guzzo, 2005), il quale drena una consistente porzione del massiccio della Grigna Settentrionale e presenta perdite in alveo che alimentano in parte le sorgenti carsiche di Fiumelatte e Fonte Uga.
Sulla base delle conoscenze acquisite dagli studi pregressi e dalle continue esplorazioni all’interno del sistema carsico della Grigna, il progetto ha preso avvio nel 2019 con uno studio preliminare di caratterizzazione idrogeologica delle principali sorgenti del massiccio, monitorando mensilmente i parametri chimico-fisici di alcune delle più significative emergenze carsiche, tra cui alcune sorgenti captate sul versante orientale (Valsassina), la Grotta di Fiumelatte e Fonte Uga, situate invece sul versante occidentale del massiccio. Per l’occasione, all’interno di queste due emergenze carsiche sono stati installati alcuni strumenti per il monitoraggio in continuo dei parametri idrologici, con lo scopo di studiare il comportamento e il tipo di risposta delle due sorgenti in relazione agli eventi meteorici.

Nel giugno 2019 sono stati quindi programmati ed effettuati due distinti test di tracciamento delle acque della Grigna Settentrionale per studiare le relazioni tra i deflussi superficiali, sotterranei e sorgivi.
È stato effettuato un primo tracciamento il 3 giugno lungo il torrente Esino per verificare la connessione tra le perdite in alveo e le sorgenti di Fiumelatte e Fonte Uga, immettendo Fluoresceina sodica e Tinopal, un altro colorante fluorescente innocuo, in due distinti punti del corso d’acqua e monitorando i due possibili punti di recapito con captori a carboni attivi (sensibili al transito di sostanze fluorescenti) e spettrofluorimetri (specifici strumenti utilizzati in questo tipo di prove).
Tuttavia, il periodo siccitoso in cui è stato effettuato il test, seguito da abbondanti precipitazioni, non ha permesso di ottenere risultati eclatanti, ma è stato comunque possibile osservare un debole riscontro di Fluoresceina alla sorgente di Fiumelatte.
La seconda prova di tracciamento è stata invece effettuata il 29 giugno all’interno del sistema carsico, immettendo 5 kg di Tinopal nell’Abisso W le Donne a -920 m, lungo il torrente del Ramo del Cobra, e 500 g di Fluoresceina sodica a -100 m nella Grotta Bellaria, situata alla testata della Valle dei Mulini, sul versante valsassinese.
Nei giorni successivi sono stati raccolti periodicamente i captori posizionati alle varie sorgenti monitorate e sono stati analizzati i dati spettrofluorimetrici, ottenendo risultati significativi nelle prime due settimane. Innanzitutto, è stata identificata una connessione tra la Grotta Bellaria e alcune sorgenti nella Valle dei Mulini, ma soprattutto è stata verificata la connessione tra W le Donne, Fonte Uga e Fiumelatte anche osservando direttamente il transito di Tinopal a quest’ultima sorgente! L’arrivo del tracciante è avvenuto in tempi rapidi e in concentrazioni visibili all’occhio umano, confermando anche l’effettiva correlazione tra Fonte Uga e la Grotta di Fiumelatte, che ne rappresenta di fatto il sistema di troppopieno.

Questo studio ha permesso di ampliare le conoscenze sull’idrogeologia del massiccio della Grigna Settentrionale, mettendo in evidenza la vulnerabilità dell’acquifero carsico e delle sue sorgenti.
Il progetto di ricerca è stato portato a termine con successo grazie al supporto tecnico, scientifico e logistico dei vari enti collaboratori, in particolare grazie all’impegno degli speleologi nelle varie attività di tracciamento e monitoraggio.
Felicita Spreafico
Bibliografia:
Borghi, P., 2004. Studio delle relazioni tra il bacino idrografico del torrente Esino e il bacino idrogeologico dell’area carsica del Moncodeno (Grigna settentrionale) sulla base delle caratteristiche geochimiche delle acque del torrente e delle sorgenti carsiche di Fiumelatte e Fonte Uga. Università dell’Insubria, Tesi di Laurea in Scienze Ambientali.
Guzzo, M., 2005. Correlazioni idrogeologiche tra il bacino del torrente Esino e le sorgenti carsiche di Fiumelatte e Fonte Uga (Lecco): tracciamento delle acque e composizione chimica. Università degli Studi dell’Insubria, Tesi di Laurea in Scienze Ambientali.
Pavia, R., 1994. Idrologia del sistema W le Donne-Fiumelatte. Grotte di Lombardia, 23-27.