Progetto Linee Guida per la Gestione delle Aree Carsiche

Linee guida per la gestione delle aree carsiche.
Applicazione al caso dell’Alpe del Viceré–Valle Bova

Premessa

La Federazione Speleologica Lombarda, su incarico di Regione Lombardia (D.G. Ambiente, Energia e Reti) ha intrapreso, dal 2010, un importante lavoro di raccolta ed omogeneizzazione dei dati relativi agli acquiferi carsici della Lombardia. Tale progetto, denominato “Osservatorio delle Aree Carsiche Lombarde”, è stato sviluppato a seguito della presa di coscienza da parte delle Istituzioni dell’esistenza di una lacuna di informazioni scientifiche relative agli acquiferi localizzati nella fascia prealpina, costituiti per oltre il 90% da serbatoi geologici di natura carsica.

 LineeGuida1 Il lavoro di sintesi dell’Osservatorio delle Aree Carsiche Lombarde ha permesso di realizzare una cartografia dalla quale si osserva che la fascia prealpina è costituita in grandissima parte da rocce altamente carsificate: gli acquiferi carsici più importanti sono quindi di natura carsica e alimentano i principali fiumi alpini e prealpini e tutti i grandi laghi delle Prealpi.

È quindi emersa la necessità di attingere, tramite la Federazione Speleologica Lombarda, alle conoscenze in possesso del mondo speleologico, particolarmente attivo e produttivo in Lombardia, al fine di realizzare un quadro conoscitivo dello stato di questa particolare risorsa idrica, nonché delle dinamiche idrogeologiche ad esse collegate.

La sintesi delle conoscenze dell’Osservatorio delle Aree Carsiche Lombarde ha fatto emergere da una parte la necessità di proseguire gli approfondimenti in merito alle problematiche di gestione e salvaguardia delle aree e delle acque carsiche, dall’altra la quasi totale assenza di normative specifiche che regolamentino in modo efficace lo sfruttamento della risorsa idrica carsica e la sua protezione: si è infatti riscontrata una lacuna normativa, sia a livello nazionale che a livello regionale, nella regolamentazione della gestione di queste particolari aree, che fornisca un quadro di indirizzo per la gestione di zone dall’equilibrio delicato e prioritarie per la salvaguardia di peculiarità speleologiche e per la tutela di acquiferi particolarmente sensibili e significativi.

Parallelamente, le medesime esigenze vengono messe in luce dalle attività e dalle azioni condotte in merito alla redazione del piano di gestione della Riserva Naturale Regionale Valle Bova, già cofinanziato da Fondazione Cariplo attraverso il Bando Biodiversità 2009. Tale progetto ha consentito di definire alcune priorità gestionali peculiari e specifiche, derivanti dalla necessità di conciliare attività antropiche, compreso lo sviluppo turistico e la fruizione delle cavità carsiche, con la salvaguardia dell’ambiente carsico. La Riserva, infatti, include una delle principali aree carsiche della Lombardia, con il Complesso carsico dell’Alpe del Viceré, di cui il Buco del Piombo è senza dubbio l’elemento più noto al pubblico.

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Il maestoso adrone d’ingresso del Buco del Piombo (a sinistra, foto Andrea Ferrario) e un sala coperta di concrezioni nella Grotta Lino (sopra, foto Emanuele Citterio)
I confini della Riserva Regionale Valle Bova e il sistema carsico dell’Alpe del Viceré (cartografia Marzio Merazzi)
LineeGuida5Una sala nella Grotta del Nonno (foto Emanuele Citterio)

Per la gestione dell’area protetta, la Riserva Naturale Regionale Valle Bova fa riferimento a Regione Lombardia D.G. Sistemi Verdi e Paesaggio, tuttavia l’Ente gestore si è trovato, di fatto, a definire norme di gestione in assenza di un indirizzo normativo specifico.

La Riserva Naturale Regionale Valle Bova nell’ambito della redazione del piano di gestione, adottato dal Consiglio Comunale nel dicembre 2011, si è avvalsa del contributo degli speleologi appartenenti alla Federazione Speleologica Lombarda (Speleo Club CAI Erba) per l’indispensabile azione di supporto ed indirizzo dei geologi per lo studio delle grotte e dell’area carsica dell’Alpe del Viceré.

La nascita del progetto

Come conseguenza di questi due progetti e al termine di una fase di sviluppo compartecipato, avviato nel maggio 2011, tra Riserva Naturale Valle Bova, Regione Lombardia, Federazione Speleologica Lombarda e Fondazione Cariplo, che ha contribuito in modo cospicuo al finanziamento del progetto, si è concretizzata, nel gennaio 2012, l’azione di una iniziativa innovativa volta a produrre linee guida utili alle strutture regionali preposte per produrre norme specifiche per la pianificazione territoriale delle aree carsiche e la gestione delle risorse idriche ad esse connesse.

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Un torrente interno nella grotta Lino (a sinistra, foto Emanuele Citterio) e l’uscita delle acque nella grotta-sorgente del Buco del Piombo (a destra, foto Andrea Ferrario)

Dal momento che allo stato attuale Regione Lombardia non dispone di una specifica normativa relativa a questo comparto, i risultati di questo progetto rappresentano un importante elemento per poter supportare ed indirizzare meglio i lavori inerenti la promulgazione di norme specifiche per la tutela e lo sviluppo delle aree carsiche lombarde.

 

I prodotti e i risultati

In sintesi il progetto, concluso positivamente nell’ottobre 2012, ha consentito di ottenere un duplice risultato:

– partendo dall’analisi di una specifica area carsica inserita in parte in un’area protetta, l’area carsica dell’Alpe del Viceré nella Riserva Regionale Valle Bova, viene proposta una metodologia di raccolta ed elaborazione dei dati che, accanto ad una cartografia geologica, geomorfologica e idrogeologica dell’area, ha realizzato anche una carta della vulnerabilità dell’acquifero carsico, una carta dell’impatto antropico sul carso e una carta delle pericolosità e del rischio, attraverso l’applicazione di tre indici appositamente semplificati;

La relazione conclusiva che riassume i dati raccolti nell’are carsica dell’Alpe del Viceré e la carta geologica dell’area (realizzazione cartografia Marzio Merazzi)La carta idrogeologica dell’area, che mette in evidenza l’esistenza di diverse idrostrutture (realizzazione cartografia Marzio Merazzi)

 La relazione conclusiva che riassume i dati raccolti nell’are carsica dell’Alpe del Viceré e la carta geologica dell’area (realizzazione cartografia Marzio Merazzi)LineeGuida8 LineeGuida9
LineeGuida10 La carta idrogeologica dell’area, che mette in evidenza l’esistenza di diverse idrostrutture (realizzazione cartografia Marzio Merazzi)

– dall’applicazione metodologica utilizzata per lo studio geologico ed idrogeologico dell’area carsica dell’Alpe del Viceré, vengono proposte delle linee guida estrapolabili a livello regionale, che suggeriscono come organizzare la raccolta dati, quali dati raccogliere e presso quali strutture o enti queste siano disponibili, e come elaborarli per arrivare ad implementare un metodo, basato sulla valutazione di particolari indici, che consente di valutare la vulnerabilità degli acquiferi carsici e di giungere ad una zonizzazione del rischio di alterazione delle grotte e inquinamento delle acque sotterranee.

Per questo sono stati realizzati:

1 –  sintesi delle linee guida per lo studio, la raccolta e l’interpretazione dei dati sulle aree ed acque carsiche ai fini della definizione della vulnerabilità, dell’impatto antropico, della mappatura del rischio e della conseguente politica di gestione (zonazione e destinazione d’uso del territorio, limitazioni e interventi di mitigazione dell’impatto antropico, controlli e monitoraggi);

2 – nota illustrativa che presenta le generiche peculiarità delle aree e delle acque carsiche in relazione alla pressione antropica;

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3 – allegato che descrive il calcolo della vulnerabilità di un acquifero carsico, con il metodo E.P.I.K.;

4 – allegato che descrive l’indice di impatto antropico sul carso (Karst Disturbance Index);

5 – allegato che suggerisce i parametri per l’indicizzazione delle pericolosità di origine antropica;

6 – un foglio di calcolo per il calcolo dei tre indici di cui sopra;

7 – un manuale d’uso del foglio di calcolo.

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Conclusioni

Attraverso questo progetto, la Riserva Naturale Regionale Valle Bova (già struttura Regionale in quanto parte del Sistema Parchi e della rete di aree protette regionali) ha rappresentato il centro operativo specialistico di riferimento a livello regionale, gettando le basi per una collaborazione duratura e a lungo termine con le diverse strutture di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo, in stretta collaborazione con le realtà che svolgono attività speleologica a livello regionale, di cui la Federazione Speleologica Lombarda costituisce espressione istituzionale e riferimento.

I benefici derivanti dall’applicazione delle metodologie di studio proposte saranno direttamente applicabili nella rete di aree protette regionali, in cui esistono altre realtà con problematiche analoghe o paragonabili.

Ciò ha consentito a Regione Lombardia di disporre di una struttura innovativa di supporto utile per fronteggiare le esigenze gestionali peculiari di questo comparto, di cui solo in questi ultimi anni si sta effettivamente acquisendo consapevolezza.

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Questo progetto ha rappresentato quindi la prima occasione per poter concretizzare tale opportunità operativa, sperimentandone sul campo l’efficacia, lavorando direttamente su una priorità da più parti messa in luce e cioè quella di produrre linee guida gestionali a supporto dello sviluppo di specifica normativa di riferimento.

La qualità del lavoro svolto dalla Federazione Speleologica Lombarda ha fatto sì che questo progetto abbia ulteriormente consolidato il ruolo di consulente attivo che diversi enti e autorità regionali riconoscono alla Federazione Speleologica Lombarda in materia di fenomeni e acquiferi carsici.

Sviluppi futuri

Attraverso il proseguimento della collaborazione con Regione Lombardia e Fondazione Cariplo, si auspica di poter giungere a una definizione di regolamentazione specifica delle attività antropiche vietate e di quelle consentite, in seguito alla zonizzazione del rischio di contaminazione degli acquiferi carsici, all’individuazione degli strumenti amministrativi per rendere efficaci ed attuative le indicazioni contenute nelle linee guida metodologiche ed operative, e allo sviluppo di un programma formativo e divulgativo per diffondere cultura e consapevolezza su questo comparto strategico tuttora poco conosciuto dal pubblico e dalle Amministrazioni, con la speranza che questo porti presto all’approvazione di una legge regionale sulla speleologia che ancora manca nella nostra Regione.

Coordinatori del Progetto “Linee guida per la gestione delle aree carsiche. Applicazione al caso dell’Alpe del Vicerè – Valle Bova”: Alessandro Marieni (Speleo Club CAI Erba), Marzio Merazzi (Speleo Club CAI Erba), Paola Tognini (Gruppo Grotte Milano CAI-SEM)

Il lavoro è stato svolta con l’indispensabile collaborazione degli speleologi dello Speleo Club CAI Erba, che si ringraziano per il supporto sul campo, per i dati speleometrici e le informazioni sulle grotte dell’area. Lo sviluppo del programma di calcolo degli indici è stato curato da Mauro Inglese (Gruppo Grotte Milano CAI-SEM).

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