OSSERVATORIO DELLE AREE CARSICHE LOMBARDE
Federazione Speleologica Lombarda
Premessa
La Lombardia è una regione particolarmente ricca di grotte (circa 4150) e di fenomeni carsici di rilevanza nazionale. Bastano pochi esempi significativi: il sistema del Pian del Tivano – Valle del Nosê con il complesso Ingresso Fornitori-Stoppani-Tacchi-Zelbio, la più lunga cavità di Lombardia e, in questo momento (febbraio 2012) anche la più estesa d’Italia, con uno sviluppo di oltre 58 km e ancora in fase di esplorazione; il complesso dell’Alto Releccio della Grigna settentrionale, che, nonostante sia un carso di alta quota prevalentemente verticale (comprende alcuni degli abissi più profondi d’Italia come l’Abisso W le Donne profondo – 1190 m), vanta 20 km di sviluppo e più di 10 ingressi; o l’ampio bacino del Sebino occidentale, con l’Abisso Bueno Fonteno, con uno sviluppo anch’esso di oltre 19 km, al centro di un grande sistema ancora tutto da comprendere ed esplorare; e ancora le aree carsiche del Campo dei Fiori o dell’Altopiano di Cariadeghe, importanti anche per la densità di grotte e la vicinanza con due capoluoghi di provincia come Varese e Brescia; o il massiccio del Monte Arera che con la sorgente Nossana rifornisce di acqua potabile la città di Bergamo.
Carta della carsificabilità
Quasi il 14% del territorio lombardo è interessato da vaste aree carsiche, molte delle quali strategiche per le acque che custodiscono: le formazioni carsificabili, infatti, occupano tutta la fascia prealpina, tagliando in senso E-W l’intera regione, e gli acquiferi carsici giocano quindi un ruolo fondamentale nel bilancio idrogeologico dei maggiori fiumi e laghi lombardi .
La distribuzione delle principali sorgenti carsiche lombarde.
Nonostante l’importanza dei fenomeni carsici, ad oggi la Lombardia non ha ancora una legge che ne tuteli il patrimonio sotterraneo, idrico e morfologico, nè che tuteli o favorisca l’attività di studio ed esplorazione degli speleologi. Ne deriva che, salvo rarissime eccezioni, l’attività speleologica in Lombardia non ha mai goduto di particolari riconoscimenti da parte della pubblica amministrazione o da parte di enti che pure operano sul territorio, nè è mai stata data particolare considerazione ai risultati delle ricerche degli speleologi.
Da questa situazione diffusa sono nati anche problemi “tecnici”, come la chiusura di cavità, da parte di amministrazioni pubbliche, senza la possibilità di garantire un accesso agli speleologi, o il rilascio di concessioni per captazioni idriche o per attività di cava, senza alcuna consultazione del pur vasto patrimonio di conoscenze speleologiche, oppure l’ignorare (più o meno coscientemente) le ripetute denunce di problemi ambientali di vario tipo, a scapito del delicato ambiente sotterraneo.
La nascita dell’Osservatorio delle Aree Carsiche Lombarde
Nel 2008, la Federazione Speleologica Lombarda (allora Ente Speleologico Regionale Lombardo) entra in contatto con la Direzione Regionale Ambiente, Energia e Reti, con l’invito a parlare di acque carsiche ad un convegno sulle acque sotterranee lombarde, alla presenza dei responsabili di molti uffici e direzioni regionali che si occupano della gestione e della protezione delle acque. In questa occasione, diviene evidente che le conoscenze degli speleologi vengono a colmare esattamente la lacuna di conoscenze sulle acque sotterranee delle Prealpi lombarde, evidente anche nel PTUA di Regione Lombardia, proprio laddove affiorano rocce carsificabili.
Nasce così l’idea di una collaborazione tra la Federazione Speleologica Lombarda e la Direzione Generale Ambiente, Energia e Reti.
Nel febbraio 2010 è stata quindi firmata un’importante convenzione con Regione Lombardia, che, per la prima volta, assegna alla Federazione Speleologica Lombarda il ruolo di interlocutore “professionale”, riconoscendone le capacità di consulenza tecnica estremamente specialistica. Non si tratta, infatti, di una convenzione per una elargizione a fondo perduto ad un gruppo di “sportivi” (come tali, infatti, venivano visti fino ad allora gli speleologi dalle amministrazioni pubbliche in Lombardia), ma, di fatto, di un vero e proprio “contratto di consulenza” stipulato con la D.G. Ambiente, Energia e Reti (U.O Risorse Idriche e Programmazione, Struttura Pianificazione Acque), che sostiene come partner il progetto “Osservatorio delle aree carsiche lombarde”, intrapreso dalla Federazione Speleologica Lombarda.
Grazie a questo progetto, la Regione Lombardia intende colmare una lacuna nelle proprie conoscenze delle acque sotterranee, che riguarda, per l’appunto, le acque e gli acquiferi carsici, argomenti sui quali, invece, la speleologia lombarda ha accumulato una grande mole di conoscenze diffuse e di dati documentati, nel corso di oltre un secolo di ricerche.
E’ particolarmente lusinghiero che un ufficio tecnico di Regione Lombardia riconosca la professionalità esclusiva delle competenze e delle conoscenze ad un gruppo di “volontari appassionati” quale è di fatto la FSLo.
I prodotti e i risultati
L’ “Osservatorio” avrebbe dovuto avere la durata di un anno, ma, viste l’ampiezza dell’area di studio e la complessità di coordinare un numero elevato di referenti non professionisti, la conclusione è stata posticipata alla fine del 2011.
Il progetto è molto articolato, ed è costituito da una parte generale (coordinata da Paola Tognini per la parte generale, e da Damiano Montrasio per la cartografia e il progetto GIS), con lo scopo di realizzare una sintesi delle conoscenze attuali sulle aree carsiche lombarde, alla quale si affiancano due “progetti pilota”, che hanno il compito di mostrare le metodologie di lavoro e il grado di dettaglio che è possibile ottenere, utilizzando le competenze e le risorse tecniche e umane della speleologia, per lo studio di dettaglio di aree e sistemi carsici.
Il “Progetto Olona” (coordinato da Alessandro Uggeri), molto impegnativo in termini di conoscenze professionali e di “forza lavoro” sul terreno, ha realizzato uno studio idrogeologico di grande dettaglio sulle aree carsiche che appartengono al bacino del Fiume Olona (VA), con analisi e misure dei principali parametri fisici e chimici di acque e aria all’interno delle cavità dell’area. Per questo progetto ci si è avvalsi della consulenza professionale di uno studio che si occupa di idrogeologia (Idrogea Servizi), che è però gestito da uno speleologo (A. Uggeri), mentre il lavoro sul terreno è stato svolto da speleologi dei gruppi della provincia di Varese.
Il “Progetto Sebino Occidentale” (coordinato da Massimo Pozzo, Fabio Gatti e Claudio Forcella) riguarda invece un test di tracciamento delle acque, per definire il percorso delle acque dell’Abisso Bueno Fonteno, una tra le più lunghe grotte di Lombardia, fino alla sua sorgente, verificando le ipotesi che la conoscenza del sistema aveva permesso di formulare sulle direzioni di drenaggio sotterranee all’interno della cavità. Il test di tracciamento è stato realizzato dal gruppo speleologico che da anni studia ed esplora questa cavità: si è trattato di un test semiquantitativo, eseguito con le consuete tecniche e modalità speleologiche, che è stato documentato in tutte le sue fasi, compresa la delicata fase burocratica di contatti con le autorità per le necessarie comunicazioni e nulla osta.
I due progetti pilota si propongono come esempi di studio approfonditi, e forniscono le linee guida e le metodologie di lavoro per indagini di dettaglio che si auspica possano in futuro venire estese a tutte le aree carsiche lombarde, al fine di acquisire conoscenze uniformi su tutto il territorio regionale: per questo sono stati realizzati due audiovisivi didattici che, insieme alle relative relazioni, illustrano le diverse fasi dei due progetti pilota (responsabile audio-video per il Progetto Olona: Andrea Ferrario).
La parte più cospicua e impegnativa, che ha coinvolto direttamente i gruppi e gli speleologi di tutta la regione, è la parte “generale”: il prodotto finale è una cartografia della regione (alla scala 1:200.000) che riporta grotte e sorgenti, le aree carsiche più importanti, una delimitazione di massima dei principali bacini idrogeologici, le direzioni di drenaggio dei principali sistemi (presunte o accertate con test di tracciamento) e una suddivisione del territorio sulla base della carsificabilità dei litotipi affioranti.
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Le tavole in formato A0 e l’Atlante del fenomeno carsico lombardo ricavate dal geodatabase prodotto dall’Osservatorio delle Aree Carsiche Lombarde |
Queste informazioni verranno messe a disposizione anche sotto forma di un atlante cartografico, suddiviso in fogli di formato A4, che consentiranno una rapida e facile consultazione.
La parte cartografica è soltanto la parte “visibile” dell’intero progetto: la cartografia è supportata infatti da un geodatabase in ambiente GIS, che permette non solo un’archiviazione ordinata e “geografica” dei dati, ma anche di interfacciare facilmente il geodatabase con altri database, primo fra tutti quello del Catasto regionale delle grotte. Non occorre sottolineare l’importanza futura di una impostazione di questo genere per la raccolta e l’archiviazione dei dati speleologici e geologici, a qualunque scala.
La possibilità di interrogazioni incrociate dei dati presenti nel geodatabase fornisce inoltre interessanti spunti di lavoro, per la valutazione, per esempio, delle aree più vulnerabili per quanto riguarda la circolazioni idrica sotterranea.
La cartografia è corredata di “note illustrative”, che descrivono le principali caratteristiche dei fenomeni carsici lombardi, illustrano le diverse formazioni geologiche affioranti sul territorio, suddivise in funzione del grado di carsificabilità, e descrivono uno per uno i vari “livelli” del geodatabase. Alla parte cartografica si affiancano, con possibilità di interrogazioni dirette, anche le schede descrittive delle singole aree carsiche, che ne illustrano gli aspetti geologici e idrogeologici, oltre che, naturalmente, le caratteristiche principali dei fenomeni carsici.
A questo si aggiungono un manuale sull’idrogeologia degli acquiferi carsici e sulle tecniche di tracciamento delle acque, una bibliografia regionale sul carsismo e le grotte, che comprende circa 300 titoli, scelti tra i più significativi, e un data base sulla pressione antropica sulle aree carsiche, costituito da una raccolta dei casi documentati di inquinamento o distruzione di grotte.
Tutto questo diverrà presto disponibile sia sul sito della Federazione Speleologica Lombarda (www.speleolombardia.it) che sul sito di Regione Lombardia, a disposizione quindi anche di un pubblico non speleologico e non specializzato, ma fatto di tecnici di amministrazioni pubbliche ed enti preposti allo studio e alla gestione delle risorse del territorio che hanno necessità di uno strumento guida per affrontare problemi di coordinamento e salvaguardia dell’ambiente in aree carsiche.
Questo progetto ha dato alla speleologia lombarda la possibilità di far conoscere ed apprezzare il proprio lavoro (presente e passato) al di fuori della ristretta cerchia dell’ambiente speleologico, dando un’importantissima e fondamentale opportunità per divulgare e mettere a disposizione dei tecnici regionali le conoscenze acquisite in decenni di ricerche, di esplorazioni e di studi, contribuendo così ad incrementare le conoscenze sulle risorse idriche regionali.
La FSLo riveste quindi, con questo progetto, un ruolo insieme tecnico e didattico, per diventare auspicabilmente un interlocutore privilegiato e ufficialmente riconosciuto per Regione Lombardia in tema di problematiche ambientali, di studio, gestione, salvaguardia e protezione delle risorse idriche sotterranee e delle aree carsiche.
Giorgio Pannuzzo – Presidente della Federazione Speleologica Lombarda)
Paola Tognini – Coordinatore del Progetto generale “Osservatorio delle Aree carsiche Lombarde”
Damiano Montrasio – Coordinatore del progetto GIS, della banca dati e della cartografia dell’ ”Osservatorio delle Aree Carsiche Lombarde”
Alessandro Uggeri – Coordinatore del Progetto Pilota “Olona” , responsabile della parte scientifico-professionale
Samuele Vandone – Responsabile del coordinamento per la raccolta dati del Progetto Pilota “Olona”
Cinzia dalla Riva – Responsabile del coordinamento dei gruppi partecipanti del Progetto Pilota “Olona”
Andrea Ferrario – Responsabile della realizzazione del materiale audio-video del Progetto Pilota “Olona”
Massimo Pozzo – Coordinatore del Progetto Pilota “Sebino Occidentale”
Claudio Forcella – Co-coordinatore del Progetto Pilota “Sebino Occidentale”
Fabio Gatti – Co-coordinatore del Progetto Pilota “Sebino Occidentale”
Ringraziando tutti gli speleologi di oggi e di ieri che, con le loro esplorazioni e le loro ricerche hanno permesso di raggiungere l’attuale livello di conoscenze sul carsismo in Lombardia, un ringraziamento particolare va a chi, indipendentemente dall’appartenenza alla FSLo, ha contribuito a raccogliere e ordinare la grande mole di dati che è confluita nei risultati dell’Osservatorio:
ASSOCIAZIONE SPELEOLOGICA BRESCIANA: Simone Bigi, Giampietro Marchesi, Luciano Marizzoni, Andrea Poli
GRUPPO GROTTE BRESCIA: Stefano Barbero, Tullio Forelli
GRUPPO GROTTE C.A.I. BUSTO ARSIZIO: Sandro Ghidelli
GRUPPO GROTTE C.A.I. CARNAGO: Gian Paolo Rivolta
GRUPPO GROTTE C.A.I. GALLARATE: Gabriele Fanchini
GRUPPO GROTTE MILANO C.A.I. SEM: Annibale Bertolini, Alfredo Bini, Alberto Buzio, Davide Corengia, Mauro Inglese, Andrea Maconi, Marzia Rossi, Paola Tognini
GRUPPO GROTTE SARONNO: Andrea Ferrario, Aldo Scoglio
GRUPPO GROTTE I TASSI: Michele Varin
GRUPPO SPELEO C.A.I. LOVERE: Devis Magri
GRUPPO SPELEOLOGICO BERGAMASCO LE NOTTOLE: Giorgio Pannuzzo, Sara Virgillito
GRUPPO SPELELOGICO CAI VALLE IMAGNA – ASS. PROGETTO SEBINO: Claudio Forcella, Massimo Pozzo
GRUPPO SPELEOLOGICO C.A.I. VARESE: Mario de Blasi, Marco Bertoni, Cristina Ciaparelli, Mauro Crugnola, Fabio Signorelli, Alessandro Uggeri, Samuele Vandone
GRUPPO SPELEOLOGICO VAL SERIANA TALPE: Stefano Masserini
SPELEO VAL TROMPIA – ASS. PROGETTO SEBINO: Fabio Gatti
SPELEO CLUB C.A.I. ERBA: Luana Aimar, Alessandro Marieni, Adolfo Merazzi, Marzio Merazzi, Damiano Montrasio, Antonio Premazzi
SPELEO CLUB OROBICO C.A.I. BERGAMO: Marco Frassinelli, Francesco Merisio, Francesca Moioli
SPELEO CLUB VALCERESIO: Alex Gottinger, Donato Pupillo, Ferruccio Tomasi
SPELEO CLUB VALLE DEL RISO: Gianluca Fontana, Giuseppina Neroni
GRUPPO GROTTE C.A.I. LAVENO: Karin Herold, Edoardo Raschellà
GRUPPO GROTTE C.A.I. NOVARA: Gian Domenico Cella, Roberto Torri
GRUPPO GROTTE S. PELLEGRINO: Alberto Frassoni
GRUPPO SPELEOLOGICO PREALPINO: Guglielmo Ronaghi
Inoltre:
Bartolomeo Vigna – Politecnico di Torino
Carla Ferliga, Pierfrancesco Micheli, Enrico Pezzoli